DARKSIDE BLUES (1994)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Nobuyasu Furukawa
Sceneggiatura di: Masayori Sekishima
Storia di: Hideyuki Kikuchi

Prodotto da: Masako Fukuyo e Tomohisa Abe
Produzione: Akita Shoten, Toho e J.C. Staff
Realizzazione: J.C. Staff

EDIZIONE ITALIANA: Yamato Video

Il nome che si cela dietro "Darkside Blues" non è quello di un mangaka, ma quello di uno scrittore: Hideyuki Kikuchi. Conosciuto in patria e poco all'estero, Hideyuki riempie le sue storie sempre di atmosfere di mistero, scenari post apocalittici, arti magiche e ambientazioni prevalentemente dark. Darkside non è l'unico anime tratto da una delle sue storie. Tra i suoi soggetti più conosciuti (e tra quelli arrivati direttamente nel nostro paese) non si può non menzionare il carismatico "Vampire Hunter D" da cui sono stati tratti due anime.

Le vicende di "Darkside Blues" si svolgono in un futuro in cui il 90 percento della terra è stata acquistata da una mega multi-nazionale di nome Persona Century. Pochi posti rimangono ancora liberi e uno di questi è il quartiere Shinjuku di Tokyo, il quartiere del divertimento e del vizio. Lì convivono bande di ribelli e terroristi che combattono il dominio della Persona Century. Un giorno, da una voragine nata dal nulla, fa la sua comparsa un giovane arrivato con una carrozza d'altri tempi, trainata ancora da cavalli. Il tipo, quando viene a conoscenza del posto in cui si trova, il quartiere di Shinjuku, detto Darkside, sceglie proprio quest'ultimo come suo nome. Da qui in poi il destino di molti uomini e donne, compresi gli alti dirigenti della multi-nazionale, saranno legati proprio a questa misteriosa figura.

Nei soggetti della storia è facile trovare 'assonanze' con "Vampire Hunter D", altra opera di Kikuchi. Tra questi, alcuni personaggi secondari (la ragazza capo dei ribelli con la giovane contadina vittima del vampiro) e, soprattutto, il personaggio principale. Darkside ha molti degli aspetti di D, il cacciatore di vampiri, dal suo essere silenzioso alle movenze molto contenute e all'alone di mistero che aleggia sulle sue origini. Comunque ci troviamo lontani dalle sceneggiature redatte da mangaka e adattate per lo schermo. La maggiore fluidità sia nelle scene che nei dialoghi, mai banali, sono molto evidenti. La regia invece si mantiene su buoni standard. Con pochi preziosismi il regista cerca di dirigere al meglio le scene imposte dallo script.

Le animazioni sono di buona fattura. Il disegno eccelle nei primi piani e nei tre-quarti, mentre si perde un po nelle scene in cui i soggetti sono rappresentati in lontananza. I colori, manco a dirlo, rispecchiano le atmosfere della storia. Dunque nero assoluto e sfumature fredde dal blu al viola per il protagonista, nei suoi momenti di "purificazione" e colori comunque tendenti dal freddo per descrivere il futuro post apocalittico in cui regna la tecnologia. Un po macchinoso e mai impeccabile risulta invece il mecha design. Ottimo il character disign di Darkside, essenziale quanto misterioso, ma che lascia trapelare un potere alquanto senza fine. Sufficiente invece quello dei personaggi secondari: poco si intravede dei loro caratteri e della loro storia, cosa che pesa sul punteggio finale dell'opera. Degna di menzione invece la colonna sonora. Non sono presenti tantissimi brani ma quei pochi sono ben fatti e descrivono a suon di atmosfere blues e lente sonate le scene più importanti.

La storia è un bel enigma e tratta, volontariamente o no, alcuni capitoli di un libro molto più lungo. Godibili le atmosfere e i personaggi e, anche se sono lasciate in sospeso molte questioni, alla fine il tutto sembra non pesare affatto. La Yamato non fa sforzi alcuni e pensa a riversare per l'Italia la pellicola nell'originale formato video 4:3 con un appena sufficiente audio Dolby 2.0. All'interno del disco presente soltanto poche schede dei personaggi e una dedicata all'autore, insieme all'audio originale giapponese per i più accaniti.







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