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FULL
METAL PANIC? FUMOFFU (2003)
(serie animata)
Regia di: Yasuhiro Takemoto
Sceneggiatura di: Shoji Gatou, Fumihiko Shimo e Yasuhiro
Takemoto
Storia originale di: Shoji Gatou
Prodotto da: Takeshi Yasuda, Hiroshi Ogawa, Nobuhiko Sakoh,
Michio Suzuki e Masafumi Fukui
Produzione: Fuji TV e Jindai High School Student Committee
Ralizzazione Kyoto Animation
Episodi: 17 (da 12' o 24' circa)
EDIZIONE
ITALIANA: ShinVision
Dopo il successo mondiale della serie
"Full Metal Panic!" (2002) era facile prevedere un seguito.
Ma che questo seguito fosse una serie atta ad amplificare
solo uno degli aspetti del primo progetto non lo poteva prevedere
nessuno. "Full Metal Panic!" è un misto di fantascienza ed
humor demenziale con scene ben bilanciate tra azione con mecha
di stampo robotico e follia (vera e propria) nella vita studentesca
dei protagonisti. In questo "Fumoffu" si dimentica totalmente
l'azione, almeno al di fuori dall'ambito scolastico e, soprattutto,
niente mecha. Dunque esaltato il lato demenziale della storia
alla scoperta di quella vita, che proprio non può essere considerata
ordinaria, degli studenti dell'istituto Jindai.
Parlando
della storia è bene sottolineare che, in linea temporale,
i fatti di "Fumoffu" si svolgono subito dopo quelli della
prima serie, ma "Fumoffu" è un po collaterale alla prima,
scelte queste della produzione. Infatti la vera seconda serie
è rappresentata da "Full Metal Panic! The Second Raid" (2005),
realizzata dopo "Fumoffu", proprio come il nome suggerisce.
Dunque niente avanzamento delle tematiche di spionaggio e
azione della prima serie ma approfondimento di tematiche più
futili. La vita continua in maniera normale (?!) presso l'istituto
Jindai: armadietti che vengono fatti saltare in aria, studenti
che leggono riviste militari, pupazzi giganti armati fino
ai denti e ragazze dai modi gentili ma che all'occorrenza
sanno tirare fuori colpi da veri karateka. Ecco così le nuove
avventure di Sousuke Sagara, Kaname Chidori, alunni e insegnanti
dell'istituto alle prese con lezioni d'arte, lettere d'amore,
club di rugby e di karate. Ma anche con l'arrivo, sotto mentite
spoglie, del colonnello Teletha Testarossa, di Kurz Weber
e di numerosi nuovi personaggi. Uno in particolare segnerà
questa serie, ovvero il pupazzo Bonta-Kun, pronto a correre
in aiuto dei bisognosi (e non!).
Sotto
l'aspetto tecnico, anche se non spettacolare e coinvolgente
come la serie da cui prende spunto, "Fumoffu" riesce a divertire
per le scene demenziali e l'ottimo character design presente
(ripreso e ampliato dalla prima serie). Non stupisce il fatto
che tra le file della produzione troviamo un intero istituto
superiore, proprio quella scuola cui nome si fa riferimento
all'interno degli episodi. Questo punto sottolinea anche la
linea produttiva del progetto, ovvero quello di lasciarsi
alle spalle mecha, robot e azioni militari in grande stile
per potersi concentrare sulle strampalate avventure di un
militare infiltrato tra i normali studenti. Si tratta, tra
l'altro, di episodi a se stanti, senza un collegamento tra
i singoli episodi, che rispettano solamente la linea temporale
della storia. Dunque una serie che non va accomunata alla
prima per le questioni prima illustrate, ma che è meglio considerare
quasi uno spin-off, ma molto ben realizzato, cui si punta
a definire i caratteri dei due personaggi principali e il
rapporto (sentimentale) tra i due.
Per
quanto riguarda le animazioni non viene scelto il noto Studio
Gonzo (animatori della prima serie) a favore del meno conosciuto
Kyoto Animation che non fa rimpiangere il primo. Certo, come
prima annunciato, il reparto mecha ('mechanism' ovvero mezzi,
robot e quanto di meccanico presente) è quasi totalmente assente,
tolte poche eccezioni. Proprio in questo settore si sarebbe
vista l'esperienza Gonzo, ma vista la presenza di sole animazioni
nel classico stile bidimensionale, gli animatori dello studio
Kyoto non hanno deluso fans e non. Colori vivissimi e animazioni
fluide accompagnano ogni episodio. I disegnatori hanno saputo
seguire le linee guide tracciate nella prima serie, riprendendo
lineamenti e movimenti dei personaggi principali, aiutati
anche dalle illustrazioni originali di Shikidoji. Quasi assenti
inserti in CG, utilizzati veramente con il contagocce, ma
non per scelte dello studio o di budget, ma perchè praticamente
inutili alle scene illustrate nella sceneggiatura.
Non
so quanti istituti di scuola superiore hanno avuto la fortuna
di produrre e scrivere un intera serie animata e, tra l'altro,
prendere spunto da un nome popolare come "Full Metal Panic!".
Comunque il risultato non è veramente male. Probabilmente
l'aiuto di un pubblico di studenti ha aiutato anche la stesura
delle storie portate poi in disegni animati. A questo punto
è bastato calare i caratteri dei singoli personaggi della
serie (i principali almeno) all'interno delle storie per avere
in risultato "Fumoffu". Le scene di follia create dal quadrato
Sousuke, Kaname, scuola e soluzioni militari sono uniche,
demenziali e, in definitiva, veramente spassose: questo il
vero punto di forza dell'intera produzione. In definitiva
potrebbe rimanere deluso il fan che attente ulteriori sviluppo
sui segreti di Kaname e sull'organizzazione che cerca di proteggerla,
ma la serie è molto valida e segna un buon intermezzo tra
il primo e il secondo "Full Metal Panic!".
L'intera
serie conta 17 episodi di due tagli differenti, in termini
di durata: 12 e 24 minuti, per un totale di 12 puntate più
una riassuntiva (la 7°) e una storia piazzata su due puntate:
9° e 10°, "L'arrivo in Giappone dela Dea", con protagonista
il colonnello Testarossa. La serie arriva nel nostro paese
sempre sotto le ali della ShinVision, già detenitrice dei
diritti della prima. Ottime le file dei doppiatori tra cui
spiccano la bravissima Perla Liberatori (Kaname) e Simone
D'Andrea (Sousuke). Tutti gli episodi sono raccolti in 6 DVD
con alta qualità video (4:3) e un buon audio (Dolby Surround
2.0). La serie è andata in onda sull'emittente MTV a novembre
2005.

Sito ufficiale dell'edizione giapponese a cura di FujiTV:
www.fujitv.co.jp
Sito ufficiale dell'edizione americana a cura di ADV Film:
www.advfilms.com
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