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STEAMBOY
(Suchîmubôi - 2004)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Katsuhiro Otomo
Storia di: Sadayuki Murai e Katsuhiro Otomo
Produttori: Shinji Komori e Hideyuki Tomioka
Produzione: Steamboy Committee, Sunrise
Realizzazione: Production IG e Studio 4°C
Distribuzione: Metacinema
USCITA ITALIANA: 3 Giugno 2005
Dopo
circa dieci anni di travaglio produttivo e 22 milioni di dollari
di budget, il 2004 è l'anno buono per Steamboy, nuovo
(capo)lavoro del noto regista giapponese Katsuhiro Otomo,
autore di "Akira" (1988, scritto e diretto) e di
uno dozzina di anime tra i quali ricordiamo: "Roujin Z" (1991,
soggetto, sceneggiatura), "Perfect Blue" (1997, consulenza
speciale), "Spriggan" (1997, supervisione al montaggio, animatore)
e "Metropolis" (2001, sceneggiatore).
La
storia, ambientata nella Londra vittoriana, inizia in un centro
di studio nel circolo polare artico. Qui si trovano l'anziano
scenziato Lloyd e il figlio, anch'esso scenziato, intenti
in importanti ricerche sul modo di sfruttare un liquido purissimo
per ricavarne una grande quantità di vapore da impiegare
nella costruzione di nuove invenzioni. Il tutto fà
capo ad un importante fondazione che viene finanziata anche
dagli imperi criminosi e militari di mezzo mondo a cui vengono
vendute le invenzioni di stampo militare. A queste scelte
però il nonno Lloyd non è d'accordo e allora
ruba una delle sfere di vapore inventate e la fa recapitare
presso la casa in cui la moglie del figlio. A questo punto
della storia fanno la comparsa alcuni brutti ceffi che lavorano
per la fondazione intenti a recuperare la sfera. Ma a scappare
con quest'ultima sarà il nipote Ray, anch'esso come
padre e nonno con il pallino delle invenzioni. La vita di
Ray da questo momento sarà messa sotto sopra da un
turbine di avventure nella speranza di eseguire gli ordini
del nonno. Ma niene è come sembra e molte verità
verranno a galla. Un lungometraggio all'insegna della scienza
e dell'azione, ambientato in un mondo senza elettricità
il cui posto troviamo un solo elemento: il vapore.
La
realizzazione nel complesso è di ottima fattura. Ci
sono stati molti problemi su questo fronte ma adesso se ne
intravedono anche i perchè. Le due ore di azione sembrano
tante per un film con una gran quantità d'azione, ma
di positivo c'è il sicuro marchio di Otomo. Akira ha
certo lasciato il segno (e interrogativi) ma questo promette
finali molto più comprensibili. La regia è impeccabile
e le scene sono ben dirette e concepite con scrupoloso rigore
per ogni dettaglio. Ma il problema principale lo si incontra
nella sceneggiatura. La storia narrata da Otomo è molto
complessa e si snoda su alti e bassi (i momenti d'azione rispetto
a quelli più calmi) a volte frenetici, con tagli e
comparse di nuove scene quasi a spezzare completamente il
ritmo della storia. Questo tipo di montaggi è classico
nella cinematografia nipponica ma un po difficile da digerire
nel vecchio continente. La storia punta più a dar risalto,
in certi momenti, alla complessità dei meccanismi a
vapore che quasi si perde il filo conduttore. Ma lo sviluppo
finale, in cui si prevede un crescendo di emozioni fino all'epilogo
risulta un po piatto, non all'altezza della realizzazione
visiva, punto cardine del lungometraggio.
Le
tecniche d'animazione che si mescolano in questa produzione
sono la classica 2D e l'animazione 3D, con il minimo impatto
per quest'ultima sull'intero contesto (l'uso di filtri specifici
in post-rendering ha portato colori e sfumature più
vicine alle animazione tradizionali). Quest'ultime utilizzate
su circa 400 scene. Uscito nello stesso anno, l'occhio esperto
nota delle somiglianze tremende con "Il Castello Errante
di Howl" dello Studio Ghibli nei tratti in cui si fondono
animazione 2d e CGI. Le animazioni tradizionali, così
come il character design, è il marchio di fabbrica
della mano di Otomo, con visi molto rotondeggianti. Il livello
delle animazioni è poi stupefacente; non si sono risparmiati
frame, così da avere un livello di fluidità
molto alto. Il conteggio finale dei disegni supera i 180.000.
Degni di nota gli effetti di vapore presenti praticamente
in ogni frame del lungometraggio; una mole di lavoro immensa.
Chiudono il reparto di artisti che si sono occupati dei fondali.
Questi sono il fiore all'occhiello dell'intera produzione.
Fondali maestori, realizzati con una cura maniacale anche
per il più piccolo dettaglio e sempre con una colorazione
impeccabile, scelte fortemente volute da Otomo, con risultato
di una bellezza incalcolabile.
Chiude
la produzione il reparto sonoro. Le musiche sono ottimamente
realizzate e all'altezza di una grande produzione. Ben guidano
tutto il lungometraggio scandendo ogni momento, dai più
tranquilli a quelli d'azione più pura.
Come prima dichiarato e come spesso accade nelle produzioni
di Otomo, il punto dolente è la struttura della sceneggiatura.
La storia è ben congeniata ma sempre un po macchinosa
nel suo sviluppo. Questo l'unico punto negativo che ha compromesso
un po il voto finale. Comunque si tratta sempre di un prodotto
di altissimo livello, realizzato in maniera impeccabile, il
cui solo nome di Otomo basta a collocarlo nell'olimpo delle
migliori produzioni dell'anno. Anche la lunghezza finale di
Steamboy influisce; la storia si sviluppa molto lentamente
e si attente quasi 2 ore per venire a capo di tutta la storia.
Ottimo, da un punto di vista visivo, il finale.
Il
film ha chiuso il Festival del Cinema di Venezia (2004), festival
che ha visto proiettato anche il nuovo lavoro di Miyazaki
(howl) e, il caso vuole, con le storie di entrambi i lungometraggi
ambientati nella stessa era.
L'ottima notizia per il pubblico italiano è dell'acquisto
dei diritti di distribuzione da parte della giovane Metacinema
che lo ha messo in scaletta per la fine di Gennaio 2005. Il
film è stato proiettato al Future Film Festival di
Bologna (2005) e nelle sale italiane dal 3 Giugno 2005.
In USA l'uscita è segnata per il 18 Marzo 2005 sotto
etichetta Sony Pictures, e nello stesso periodo per il Canada
e il resto d'Europa. Le proiezioni del 2004 sono servite sempre
per le promozioni presso festival (Toronto, Helsinki, Waterloo
e Venezia).
Per altre informazioni e materiale vario vi rimandiamo al
sito ufficiale: www.steamboy.net
e a quello allestito dalla Sony Pictures (USA): www.sonypictures.com/movies/steamboy
Oppure nel minisito tutto italiano allestito dalla MetaCinema:
www.metacinema.it
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