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LA
CITTA' INCANTATA
(Sen to Chihiro no kamikakushi - 2001)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Hayao Miyazaki
Storia e Sceneggiatura di: Hayao Miyazaki
Prodotto da: Toshio Suzuki
Produzione: Studio Ghibli, NTV, Dentsu, Tokuma Shoten e Mitsubishi
Commercial Affairs
Realizzazione:
Studio Ghibli
Edizione Italiana: Mikado
Correva l'anno 1997 quando Miyazaki
annunciava un suo probabile ritiro dopo l'uscita de "La Principessa
Mononoke", quello che doveva essere il suo ultimo lungometraggio. Forse
i grandi incassi dell'opera hanno fatto cambiare idea al Walt Disney
dell'animazione nipponica, o forse è stato qualcos'altro, sta il fatto
che il mondo intero (bambini e adulti appassionati o meno di animazione)
ringraziano Hayao per aver fatto retro front e creato un capolavoro
quale "La Città Incantata". Si perchè per molti motivi, oltre i premi
e i riconoscimenti in ambito mondiale, non ho paura a considerare questo
titolo tra i migliori lungometraggi d'animazione di sempre, cosa che
proverò ad illustrare anche più in là.
La
storia racconta le avventure della piccola Chihiro in un mondo fantastico
di cui lei non riesce proprio a spiegarsi l'esistenza. Nella giornata
del trasloco della famiglia in una nuova città, i genitori hanno l'occasione
di fermarsi presso alcune vecchie rovine per una piccola esplorazione
e anche alla ricerca di un posto in cui pranzare. Chihiro si oppone
a questo e si mette a girovagare per quelle pittoresche strade ai suoi
occhi tanto misteriose. Al calare delle luci del giorno Chihiro ritrova
i suoi genitori trasformati in maiali e inizia così la sua avventura
in quel mondo, a metà strada tra realtà e sogno. Grazie all'aiuto di
alcuni nuovi amici sarà catapultata in questo magico mondo alla sola
ricerca della soluzione per riportare i suoi genitori alle loro sembianze
umane, il tutto attraverso magiche ed impegnative avventure.
Non
è facile catalogare questo lungometraggio. E' difficile trovare una
pecca sia dal lato realizzativo o nello script o per i restanti reparti
di produzione. Tutto fila liscio. La storia è bella, appassionante,
adatta ad un pubblico molto giovane ma anche ad un pubblico adulto.
Miyazaki ha definito il lungometraggio "..adatto a chi si sente di avere
ancora 10 anni e a chi i 10 anni li deve ancora compiere". Miyazaki
riesce forse nel suo intento più grande con la concezione di questa
stesura: suscitare emozioni a grandi e meno grandi (perchè tutti siamo
stati bambini). Ma Hayao ha anche supervisionato ogni singola parte
del progetto. Già a partire dai disegni troviamo il classico stile Ghibli.
Le animazioni sono incredibilmente fluide e i colori brillantissimi.
Le tecniche di animazione sono le classiche a 2 dimensioni, ma anche
lo Studio Ghibli si evolve e comincia ad adottare animazioni in CG.
Utilizzate pochissimo e sempre ben camuffate sono da compendio ad alcuni
background in movimento, come per le corse attraverso vicoli o la splendida
passeggiata attraverso le alte siepi fiorite. Miyazaki regala poi una
regia pulita e coinvolgente per il miglior risultato agli occhi dello
spettatore; inquadrature fisse, a pieno campo, a 3/4, camera con movimento
su carrello, viste aeree e persino handycam. La storia alterna sapientemente
momenti di riflessione a momenti di azione, ma comunque riesce sempre
a tenere incollato lo spettatore con piccoli misteri e un graduale sviluppo
dello script fino al risolutivo finale in classico stile Miyazaki. Concludo
parlando di musiche ed effetti sonori, mai fuori luogo e che ben accompagnano
le 2 ore circa della pellicola.
Tra
i primi estimatori della pellicola ci sono nomi come John Lasseter (gran
capo della Pixar) che ha supervisionato il doppiaggio della versione
americana. Tra i premi penso basti citare l'Orso d'Oro al Festival di
Berlino e l'Oscar come miglior lungometraggio animato (vinto tra l'altro
contro 2 titoli Disney, uno Dreamworks e uno BluSky/Fox), tra l'altro
il primo anime ad essere candidato ad un Academy Awards e il primo ad
averne vinto uno. E' anche stato il primo titolo ad incassare oltre
200 milioni di dollari prima di arrivare nelle sale americane. Per quel
che riguarda la storia, l'incidente accorso a Chihiro da bambina caduta
nel fiume si riferisce ad un vero incidente accorso a Miyazaki in giovane
età. Nella scena in cui la madre di Chihiro parla con la bocca piena
alla bambina, la doppiatrice giapponese mangia un pollo fritto del Kentuky
per meglio interpretare la parte. Nella versione americana la doppiatrice
parlava mangiando una mela. Il nome dato a Chihiro dalla strega Yubaba
(per tenerla in trappola) in giapponese è "sen" (poi utilizzato anche
nelle versioni di tutto il mondo), che nella lingua nipponica sta per
1000, infatti la bambina viene considerata semplicemente un numero.
In
Giappone "La Città Incantata" è uscito nella sale nel Luglio 2001. In
Italia invece la pellicola è arrivata dopo molte perplessità soltanto
nei primi mesi del 2003 ad opera della Mikado che ha strappato i diritti
alla BuenaVista, come la LuckyRed per "Il Castello Errante di Howl".
Nell'edizione in DVD non sono presenti extra all'infuori del trailer
italiano e giapponese.
Concludo soltanto con un mio pensiero: sicuramente a Walt Disney questo
titolo sarebbe piaciuto molto.

Il sito ufficiale tra le pagine della Collezione Miyazaki (ospitate
dalla Disney): disney.go.com
O attraverso le pagine del FanSite Nausicaa.net: www.nausicaa.net
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