LA CITTA INCANTATA

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(Sen to Chihiro no kamikakushi - 2001)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Hayao Miyazaki
Storia e Sceneggiatura di: Hayao Miyazaki

Prodotto da: Toshio Suzuki
Produzione: Studio Ghibli, NTV, Dentsu, Tokuma Shoten, Mitsubishi Commercial Affairs
Animazioni: Studio Ghibli

Edizione Italiana: Mikado

USCITA ITALIANA: 18 APRILE 2003

Correva l'anno 1997 quando Miyazaki annunciava un suo probabile ritiro dopo l'uscita de "La Principessa Mononoke", quello che doveva essere il suo ultimo lungometraggio. Forse i grandi incassi dell'opera hanno fatto cambiare idea al Walt Disney dell'animazione nipponica, o forse è stato qualcos'altro, sta il fatto che il mondo intero (bambini e adulti appassionati o meno di animazione) ringraziano Hayao per aver fatto retro front e creato un capolavoro quale "La Città Incantata". Si perchè per molti motivi, oltre i premi e i riconoscimenti in ambito mondiale, non ho paura a considerare questo titolo tra i migliori lungometraggi d'animazione di sempre, cosa che proverò ad illustrare anche più in là.

La storia racconta le avventure della piccola Chihiro in un mondo fantastico di cui lei non riesce proprio a spiegarsi l'esistenza. Nella giornata del trasloco della famiglia in una nuova città, i genitori hanno l'occasione di fermarsi presso alcune vecchie rovine per una piccola esplorazione e anche alla ricerca di un posto in cui pranzare. Chihiro si oppone a questo e si mette a girovagare per quelle pittoresche strade ai suoi occhi tanto misteriose. Al calare delle luci del giorno Chihiro ritrova i suoi genitori trasformati in maiali e inizia così la sua avventura in quel mondo, a metà strada tra realtà e sogno. Grazie all'aiuto di alcuni nuovi amici sarà catapultata in questo magico mondo alla sola ricerca della soluzione per riportare i suoi genitori alle loro sembianze umane, il tutto attraverso magiche ed impegnative avventure.

Non è facile catalogare questo lungometraggio. E' difficile trovare una pecca sia dal lato realizzativo o nello script o per i restanti reparti di produzione. Tutto fila liscio. La storia è bella, appassionante, adatta ad un pubblico molto giovane ma anche ad un pubblico adulto. Miyazaki ha definito il lungometraggio "..adatto a chi si sente di avere ancora 10 anni e a chi i 10 anni li deve ancora compiere". Miyazaki riesce forse nel suo intento più grande con la concezione di questa stesura: suscitare emozioni a grandi e meno grandi (perchè tutti siamo stati bambini). Ma Hayao ha anche supervisionato ogni singola parte del progetto. Già a partire dai disegni troviamo il classico stile Ghibli. Le animazioni sono incredibilmente fluide e i colori brillantissimi. Le tecniche di animazione sono le classiche a 2 dimensioni, ma anche lo Studio Ghibli si evolve e comincia ad adottare animazioni in CG. Utilizzate pochissimo e sempre ben camuffate sono da compendio ad alcuni background in movimento, come per le corse attraverso vicoli o la splendida passeggiata attraverso le alte siepi fiorite. Miyazaki regala poi una regia pulita e coinvolgente per il miglior risultato agli occhi dello spettatore; inquadrature fisse, a pieno campo, a 3/4, camera con movimento su carrello, viste aeree e persino handycam. La storia alterna sapientemente momenti di riflessione a momenti di azione, ma comunque riesce sempre a tenere incollato lo spettatore con piccoli misteri e un graduale sviluppo dello script fino al risolutivo finale in classico stile Miyazaki. Concludo parlando di musiche ed effetti sonori, mai fuori luogo e che ben accompagnano le 2 ore circa della pellicola.

Tra i primi estimatori della pellicola ci sono nomi come John Lasseter (gran capo della Pixar) che ha supervisionato il doppiaggio della versione americana. Tra i premi penso basti citare l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e l'Oscar come miglior lungometraggio animato (vinto tra l'altro contro 2 titoli Disney, uno Dreamworks e uno BluSky/Fox), tra l'altro il primo anime ad essere candidato ad un Academy Awards e il primo ad averne vinto uno. E' anche stato il primo titolo ad incassare oltre 200 milioni di dollari prima di arrivare nelle sale americane. Per quel che riguarda la storia, l'incidente accorso a Chihiro da bambina caduta nel fiume si riferisce ad un vero incidente accorso a Miyazaki in giovane età. Nella scena in cui la madre di Chihiro parla con la bocca piena alla bambina, la doppiatrice giapponese mangia un pollo fritto del Kentuky per meglio interpretare la parte. Nella versione americana la doppiatrice parlava mangiando una mela. Il nome dato a Chihiro dalla strega Yubaba (per tenerla in trappola) in giapponese è "sen" (poi utilizzato anche nelle versioni di tutto il mondo), che nella lingua nipponica sta per 1000, infatti la bambina viene considerata semplicemente un numero.

In Giappone "La Città Incantata" è uscito nella sale nel Luglio 2001. In Italia invece la pellicola è arrivata dopo molte perplessità soltanto nei primi mesi del 2003 ad opera della Mikado che ha strappato i diritti alla BuenaVista, come la LuckyRed per "Il Castello Errante di Howl". Nell'edizione in DVD non sono presenti extra all'infuori del trailer italiano e giapponese.
Concludo soltanto con un mio personalissimo pensiero: sicuramente a Walt Disney questo titolo sarebbe piaciuto molto.






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