DISINCANTO

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(Disenchantment - 2018)
(serie d'animazione)

Regia di: Wesley Archer, Frank Marino, David D. Au, Peter Avanzino, Albert Calleros, Dwayne Carey-Hill, Brian Sheesley, Ira Sherak
Creato da: Matt Groening
Sviluppato da: Josh Weinstein

Prodotto da: Lee Supercinski, David X. Cohen, Deanna MacLellan
Produzione: Netflix, The Curiosity Company, The ULULU Company
Animazioni: Rough Draft Studios
Edizione Italiana: Netflix
Episodi: 50 da 30-40' - 5 parti

USCITA ITALIANA: 17 AGOSTO 2018

Il papà de I Simpson, Matt Groening, si presenta nel 2018 con una nuova serie animata originale dopo Futurama nel 1999, grazie a Netflix. Un tuffo in un passato alla corte di una famiglia con molti problemi e un regno popolato di inetti e ubriaconi quanto di magia e creature fatate.

La storia si svolge a Dreamland, un piccolo regno medievale abbarbicato su una rupe, sopra una cascata, in cui vive il re insieme alla sua seconda moglie, il giovane erede maschio e la principessa nata dal primo matrimonio. Quest'ultima, Bean, non si comporta come il re vorrebbe, anzi, tutto l'opposto, passando le notti a bere insieme ai peggiori abitanti del regno e tornando sempre ubriaca nel suo letto. Ma le cose cambieranno quando il re la darà in nozze ad un principe per un'alleanza di convenienza e lei si rifiuterà, finendo per combinare ancora più guai in compagnia di un ingenuo elfo di nome Elfo e un piccole demone di nome Lucy.

Una produzione atipica poco vicina alle attese dei fans, con episodi non auto-conclusivi, poca trasgressione e comicità non proprio all'altezza del suo autore. Queste le premesse che i primi episodi possono suscitare negli spettatori. Infatti la produzione si discosta decisamente dalle precedenti che hanno reso celebre Groening; diversa per costruzione, con una lunga storia che collega tutti gli episodi e pochi riferimenti satirici o omaggi e soprattutto gag d'effetto inserite qua e la nella storia. E' bene dunque dimenticarsi I Simpson e Futurama e guardare Disincanto sotto un altro occhio.

Questa nuova serie ci presenta pochi personaggi ma ben caratterizzati, a cui sarà facile affezionarsi nel corso dello svolgimento e luoghi in linea con i più classici ambienti fantasy. Una serie generalmente comica ma che vuole anche sorprendere gli spettatori con svolte e segreti da svelare episodio dopo episodio, con una prima parte della serie più descrittiva e una seconda in cui si concentrano le vicende più caratterizzanti, fino alla fine della prima stagione che, come si può immaginare, non porterà alcun finale ma un cliffhanger verso la seconda già in produzione.

Anche l'aspetto visivo porta alcune novità rispetto alle precedenti produzioni del duo Matt Groening-David X. Cohen. Oltre alle animazioni bidimensionali il cui stile è molto vicino alle altre serie firmate Groening, i Rough Draft Studios apportano quella componente di computer grafica utilizzata nelle ultime stagioni di Futurama ma con un filtro di cel-shading differente, con bordature meno nette e colori meno brillanti, che fatica a fondersi con le animazioni bidimensionali. Scelte stilistiche a cui non si farà caso dopo i primi episodi. In definitiva una serie intelligente, ben strutturata e con una lunga trama, senza grandi gags che lascia lo spettatore incuriosito degli inaspettati risvolti nel finale, a cui si attende una degna fine.

Le due stagioni però sembrano più confusionarie che altro. I continui cambi di fronte e le uscite e i rientri in scena di alcuni personaggi secondari sembrano indirizzare la vicenda prima in un verso e poi in un altro, sia lontano che vicino dal regno. Numerose anche le location in cui si svolgono i fatti, di qualunque tipo, sia sopra il suolo che sotto, fino in fondo all'oceano o nell'aldilà, ognuna con i loro segreti legati tutti al regno di Dreamland e al suo passato. Una storia che sembra fare qualche passo avanti senza andare mai da nessuna parte e, soprattutto, modificare di molto gli assetti conosciuti all'inizio della serie e pochissima crescita interiore dei principali protagonisti.

In definitiva la serie si conclude dopo cinque stagioni (parti), cinquanta episodi e una storia che conferma le idee dei primi episodi: confusione e solo confusione. I continui cambi di direzione, personaggi e location che non hanno alcuna influenza nel racconto e un umorismo molto forzato lasciano solo immaginare idee poco chiare nella mente degli autori, cosa che si riflette nel prodotto finale. Un peccato. Un'occasione mancata.




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