GAYA

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(Back to Gaya - 2004)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Lenard Fritz Krawinkel, Holger Tappe
Storia di: Jan Berger, Don McEnery, Bob Shaw

Produzione: Ambient Entertainment
Co-Produzione: Recorded Pictures Co., Morena Films
Animazioni: Light Storm 3D
Distribuzione: DNC Entertainment

USCITA ITALIANA: 30 Settembre 2005

Direttamente dalle penne che hanno scritto lungometraggi d'animazione come "Hercules" (Disney 1997) e "A Bug's Life" (Disney-Pixar 1998), ritornano Bob Shaw e Don McEnery. Con un budget di 13 milioni di dollari vede la luce il primo lungometraggio d'animazione realizzato interamente in CGI in Germania (e co-prodotto da Spagna e Inghilterra). Alla regia troviamo una coppia di neofiti in questo campo (Krawinkel e Tappe) ma già con le idee ben chiare sulla realizzazione di un lungometraggio in perfetto stile Hollywoodiano per compiacere un pubblico più vasto possibile.

La storia racconta le vicende di Boo e Zino, eroi di una serie televisiva ambientata nel magnifico paradiso chiamato "Gaya". La loro avventura comincia quando un tipo molto malvagio riesce ad entrare nel mondo di Gaya e rubare la sua preziosa pietra (la Dalamite) senza la quale il mondo dei Gayani è perduto. Allora i due piccoli eroi Boo e Zino, in compagnia della bella Atlanta e da tre altri nemici/amici, intraprenderanno un viaggio alla ricerca della pietra rubata che li porterà nella nostra realtà. Qui incontreranno molti pericoli ma anche aiuti e soprattutto si imbatteranno anche nel "loro" creatore. Impegnati nella ricerca, i piccoli abitanti di Gaya scopriranno così che il loro mondo è solo un parto della fantasia di uno sceneggiatore, ma dovranno vedersela con il cattivo di turno e con le sue folli idee per destabilizzare la vita sulla terra.

Il lungometraggio è un ottimo esempio di progetto realizzato interamente in CG prodotto in Europa. La regia, anche se alla prima prova in lungometraggi, ha dato un buon apporto al progetto. Degni di nota le numerose scene con campi lunghi e telecamere in movimento attraverso i grandi ambienti di Gaya. La storia poi non è davvero niente male; la sceneggiatura presenta momenti di azione e riflessione molto ben bilanciati e la scrittura finale risulta scorrevole e non banale, anche se le risoluzioni sono intuibili. Qualcosa da ridire per alcuni dialoghi, che potevano prevedere battute meno scontate.

Ma è il reparto visuale a far da padrone all'opera. I modellatori hanno realizzato mondi molto ampi e ben definiti, Gaya in particolare, presenta una vista a 360° veramente d'effetto. Solo a pensare ai tempi di calcolo per queste scene, visto il numero degli oggetti presenti, c'è da impallidire. Ma anche i personaggi sono molto ben definiti. Capelli, barba e pelurie varie sono presenti in gran numero e, soltanto per i personaggi principali, animati secondo le leggi della fisica. Le texture sono di tipo procedurale e pittorico è portano tutti dei motivi cromatici in tinta con i colori del mondo di Gaya, pelli, vestiario ed elementi naturali compresi. Altro discorso per le scene in città, con motivi prevalentemente scuri e texture "sporche" a puntino per meglio simulare l'ambiente cittadino. Ottimo il reparto degli effetti speciali che ha avuto il suo ben da farsi con la gestione dei fluidi (in quantità presenti nelle viste esterne). Unico appunto va al reparto degli animatori: i mecha sembrano un po andare al di là delle leggi della fisica, mentre i personaggi sembrano un po "legnosi", mancano di movimenti veramente naturali.

Per la realizzazione di "Back To Gaya" è stato utilizzato Maya (la LightStorm3D ha specificato le versioni 4, 4.5 e 5) su sistemi Dual AMD 2400+, 1.5GB RAM e GeForce4. Marco Windrich e Kay Poprawe oltre che modellatore e Lead Texture Artist, entrambi in forza alla LightStorm3D, sono entrati nel progetto anche come coproduttori e finanziatori addizionali. Per le texture sono stati utilizzati Corel Painter 7 e Deep Paint 3D lavorando su file di grandezza da 256x256 fino a 8192x8192 pixel. Per la vegetazione è stato utilizzato uno script scritto in MEL denominato "Tree Magic" proprio della Ambient Entertainment. Cura è stata posta anche per le implementazioni di peli e capelli (Fur Simulation in OpenGL con massiccio utilizzo di funzioni Noise per simulare peluria "trasandata" classica degli animali).

Mensione d'obbligo per Michael Kamen, che ha curato la colonna sonora di "Back To Gaya", e che è venuto a mancare prima che la colonna sonora del progetto fosse completata.
Complessivamente non si può che essere entusiasti di questa produzione d'ambito europeo. Siamo ancora indietro rispetto ai rivali d'oltre oceano ma è anche vero che il budgets è anche molto diverso. La storia è godibile e sicuramente farà felice il pubblico dei più giovani, mentre risulterà di buon intrattenimento per i meno giovani. La Light Storm 3D ha svolto un egregio lavoro e i numerosi modelli e ambienti sono la perla dell'intero progetto, ma si devono compiere ancora passi avanti nell'animazione dei modelli. Studi devono essere effettuati nel campo della fisica e delle leggi che regolano le forze in natura, mentre i personaggi devono acquisire movimenti più naturali e più veloci, vista la direzione "realistica" intrapresa dalla produzione.

Back to Gaya è uscito in Germania il 18 Marzo 2004. E' stato già proiettato in Olanda a Luglio 2004, in Inghilterra ad Ottobre 2004 e in programmazione nella Repubblica Ceca da Marzo 2005. Il lungometraggio è arrivato in Italia al Giffoni Film Festival 2004, in cui era in concorso. E' stato anche tra le anteprime del Future Film Festival di Bologna (2005).
Per la distribuzione nel nostro territorio i diritti sono stati acquistati dalla DNC dei fratelli Cattani, che hanno proposto il lungometraggio tedesco con il nome "Gaya" nei cinema dal 30 Settembre 2005. In campo di doppiaggio va ricordato che la DNC ha scelto la voce di Natalia Estrada per il personaggio della principessa Atlanta.



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