IL GIGANTE DI FERRO

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(The Iron Giant - 1999)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Brad Bird
Sceneggiatura di: Tim McCanlies, Brad Bird
Tratto da un libro di: Ted Hughes

Produttori: Allison Abbate, Des McAnuff
Produzione: Warner Bros
Animazioni: Warner Bros Animation

EDIZIONE ITALIANA: Warner Bros Italia

Dopo anni passati alla Disney (in cui arriva giovanissimo) e dopo essersi fatto le ossa come regista nella mitica serie inventata dal genio Matt Groening, "I Simpson", di cui ha diretto le prime serie, adesso sono gli studios dei famosi fratelli Warner a dare l'occasione a Bird di dirigere il suo primo, grande lungometraggio. Brad ha già le idee ben in chiaro e si presenta non solo come regista, ma anche come autore (per lo schermo) dell'adattamento della storia che il poeta Ted Hughes scrisse per i figli.

Ambientato nell'america degli anni '50, la storia si svolge in una piccola cittadina del Main. Qui vive Hogarth, un bambino con una grande fantasia e tanta voglia di giocare, con la sua premurosa mamma Annie. Un giorno, in un piccolo pub del paese, un pescatore racconta di un grande 'uomo di ferro' che ha visto cadere in mare. Qualche giorno più tardi, in un pomeriggio come gli altri passati a giocare nei dintorni della sua casa, Hogarth incontra un robot gigante alto 20 metri, ghiotto di ferro. Il piccolo, entusiasta per il suo nuovo amico, comincia una straordinaria avventura fornendo al gigante un nascondiglio e le ferraglie di uno sfascia carrozze come nutrimento. Ma le voci di una probabile invasione aliena cominciano a far nascere dei dubbi tra la popolazione della piccola città. Ecco così arrivare anche i servizi segreti, che subito si mettono a caccia del gigante e, inevitabilmente, del piccolo Hogarth.

Bird non è certo il primo arrivato nel mondo dell'animazione e non rappresenta neanche il 'regista tipo'. Utilizza ogni tecnica per arrivare ai suoi obbiettivi. Fonde animazione tradizionale e modellazione 3D, opportunamente filtrata, in un unico ambiente, con un risultato visivo eccezionale. La storia è molto godibile; ottima per un pubblico giovanissimo (a cui gli studios hanno puntato in primis) e buono anche per i più cresciuti. Il copione scorre alternando momenti spassosi con gli scambi tra il gigante e il bambino, azione pura e momenti di tranquillità. I due in particolare sono posti sotto una lente agli occhi degli spettatori, che possono notare ogni sfumatura caratteriale (anche se di un bambino e un robot!). Ma la parte del leone, come prima accennato, la fa il regista, che prende per mano il lungometraggio e realizza ogni scena come se si trattasse di un film con attori in carne ed ossa.

Il comparto tecnico ha visto impiegati centinaia tra animatori, intercalatori, tecnici degli effetti visuali e animatori di CG. Il risultato sullo schermo è molto godibile. Animazioni fluide e colori brillanti, specialmente per gli esterni, condiscono tutte le scene in cui è possibile notare un disegno più in stile Disneiano che altro. Il character design è molto curato per i personaggi principali, in fondo pochi in tutta la storia. Il comparto degli effetti speciali e quello dell'animazione in CG hanno svolto un ottimo lavoro. I filtri (shader) utilizzati in post-produzione hanno ridotto i modelli tridimensionali in strutture semplici e con le tavolozze colore ben amalgamate a quelle delle animazioni tradizionali. Anche il reparto sonoro ha avuto un bel da fare. Oltre ai tecnici del suono spicca, come sempre nelle produzioni di lungometraggi targati states, una complessa colonna sonora cui neanche i giapponesi, nelle loro produzioni, non fanno tanto uso.

Da ricordare che per i doppiaggi nell'edizione di casa, è stata chiamata Jennifer Aniston (del serial "Friends") a doppiare Annie, la mamma di Hogarth e Vin Diesel per doppiare il gigante di ferro. Tra le chicche presenti nella pellicola, degna di nota la presenza dei due macchinisti del treno, "Frank" e "Ollie", caricature di due animatori storici della Disney: Frank Thomas e Ollie Johnston, che, tra l'altro, prestano anche la loro voce ai personaggi. I due sono inseriti in questa scena anche per ricordare le loro passioni per il modellismo del mondo dei treni, passione che aveva anche Walt in persona. Altra chicca è il momento in cui il piccolo Hogarth mostra un albo di Superman al gigante; il tema musicale che si sente in sottofondo è il tema dei cartoons di Superman degli anni '40.

Bird realizza uno dei lungometraggi 'extra Disney' validi nel panorama dell'animazione occidentale. Gli studios dei fratelli Warner poi gli danno molta fiducia e gli mettono a disposizione tutta l'esperienza del loro settore animazione, ottimo sotto il punto di vista delle produzioni animate per il piccolo schermo. E' sempre la filiale Warner della nostra penisola ha portare la pellicola nei nostri schermi, nel natale 1999, poco più di 5 mesi dopo le premiere in patria, certo non con grandi incassi, ma sempre con un buon doppiaggio.





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